venerdì 21 settembre 2018
Il fumetto come Arte e altri saggi
È uscito il nuovo saggio dal titolo "Il fumetto come Arte e altri saggi" edito da Edizioni Ex Libris, con prefazione della prof.ssa Anna Fici, docente di Teorie e Tecniche dei Nuove Media presso l'Università degli Studi di Palermo, postfazione del poeta Alessio Arena e un Manifesto del Fumetto Futurista e un Fumetto Futurista dal titolo "Il brutto anatroccolo. Ma che Wow!!" e un contributo di F. F. Montalbano.
domenica 4 marzo 2018
Un saggio di storia e sociologia del fumetto: Teorie e Storia del fumetto
A fine 2017 è uscito il saggio intitolato "Teorie e Storia del fumetto - Il fumetto e le sue teorie comunicative" di Massimo Bonura e Federico Provenzano, con una introduzione del poeta Alessio Arena e articoli di Armando Bisanti, docente di Letteratura Latina medievale presso l'Università degli Studi di Palermo, Alberto Becattini, esimio storico del fumetto, e di Claudio S. Gnoffo, valente artista.
Il saggio multidisciplinare, storico e sociologico, con attenzione anche al rapporto tra cinema, letteratura e fumetto, è edito da Zap Edizioni.
Abbiamo intervistato uno degli autori, Federico Provenzano, in merito.
Il saggio multidisciplinare, storico e sociologico, con attenzione anche al rapporto tra cinema, letteratura e fumetto, è edito da Zap Edizioni.
Abbiamo intervistato uno degli autori, Federico Provenzano, in merito.
Come è impostato il manuale? Il
manuale secondo me soddisferà sia gli amanti del criterio
cronologico che i cultori di quello logico, dato che dopo una rapida
carrellata sul linguaggio prettamente tecnico del fumetto (nuvolette,
riquadratura delle vignette) in ogni capitolo, pur diviso per temi,
cerchiamo sempre di partire dai prodromi di un determinato elemento,
ovvero le prime attestazioni fumettistiche dell’argomento che
stiamo trattando in quel capitolo, e da lì argomentiamo procedendo
cronologicamente per non creare confusione nei neofiti della materia.
Un largo spazio è dedicato ai generi del fumetto, poi trattiamo
anche il rapporto del Fumetto con le arti che lo hanno preceduto o
accompagnato.
Cosa ha di diverso rispetto agli
altri manuali? Abbiamo cercato di renderci utili il più
possibile soprattutto portando all’attenzione titoli di fumetti e
connessioni (tra di loro e con altre forme d’arte) non menzionati o
adeguatamente trattati dalle Storie del Fumetto che ci hanno
preceduto. Guardando indietro fino agli anni ’60, le Storie del
Fumetto scritte in Italia sono veramente poche.
Che metodo storico hai utilizzato
(fonti: albi, altri trattati)? Abbiamo tracciato la nostra
Storia del Fumetto sui… testi, se vogliamo definirli così. Cioè
abbiamo raccolto, per scorrerli tra le nostre mani, i primi fumetti e
le prime strisce in modo da organizzare passo dopo passo una Storia
del Fumetto tutta personale. Consultare gli archivi dei quotidiani –
sia americani che italiani – ci è stato poi molto utile per
attingere informazioni inedite o neglette. Per il saggio sui fumetti
e le riviste francesi di un periodo “caldo” quale quello a
cavallo tra gli anni ’60 e ’70 (che ci ha regalato tante ma tante
nuove produzioni) abbiamo usato come fonte – per destreggiarci
meglio riguardo autori, date ed editori – di qualche trattato
francese di Storia del Fumetto.
Quanto tempo hai lavorato a questo
manuale? Partendo dalla base scritta da noi di un seminario
svoltosi nel 2016, sistemazione e ampliamento (notevole) del
materiale già esistente ci ha tenuti impegnati per 1 anno,
escludendo la ricerca delle fonti iconografiche!
Fumetto & cinema sono chiamati
biunivoci. Ci sono altri rapporti con le altre arti? Certo. A
tal proposito vorrei menzionare una situazione molto particolare in
cui “stallò” il fumetto per decenni, a partire dalle origini.
Credo non sia necessario approfondire il concetto di pulp
magazines: in breve, erano le riviste che dalla fine dell’’800
diffondevano a un costo irrisorio una vasta letteratura di brevi
racconti gialli e thriller. Per tanto tempo il fumetto in strisce
americano ha ignorato questa produzione letteraria che continuava nel
frattempo a mietere consensi (non ai piani alti dell’élite
culturale, però). Ci si rese conto solo sul finire degli anni ’20
di quanto fosse possibile uno scarto interno alla grammatica del
fumetto per come era stata un po’ rigidamente gestita fino a quel
momento. I lettori adulti, da sempre fruitori di questo “nuovo”
metodo affabulatorio anche se magari non davano a vederlo, potevano
essere eletti a manifesto target di riferimento di storie non più
solo “comiche” che, scandite giornalmente in strisce, iniziavano
a coprire non meno di un mese. E quindi anche i fumetti diventano
avventurosi e pulp. Ecco un altro esempio di alimentazione
reciproca cui il fumetto non è mai stato estraneo, a ben guardare
sarebbe stato impossibile che ciò non fosse avvenuto.
Pensi che questo manuale possa
apportare qualcosa di nuovo nella ricerca storiografica del fumetto?
Partendo dalla sua componente storica (proto-Fumetto, genesi
del Fumetto, serie e importanti autori delle origini) sicuramente sì,
si potranno fare ulteriori passi avanti rispetto a quanto fatto
finora. Non a caso il mio curriculum bibliografico include
riproposizioni di produzioni a fumetti dimenticate o mai tradotte in
Italia. La ricerca è costante, e chi la compie per pura passione
della riscoperta è incoraggiato dal riscontro massimamente positivo
che queste operazioni hanno presso il pubblico dei puntigliosi
aficionados della Nona Arte ma anche presso i semplici
curiosi. Anche la nostra agile descrizione del rapporto del Fumetto
con le altre arti vuole contribuire a che il discorso sul Fumetto si
mantenga sempre vivo e in costante rinnovamento.
Cosa pensi del fumetto come mezzo di
comunicazione dal punto di vista della fruizione verso un pubblico e
quindi una società? Le battaglie per la legittimazione del
Fumetto in quanto arte si sono già combattute in passato.
Oggi semmai potrebbe presentarsi il problema opposto: insegnarlo
accademicamente in una maniera non adeguata rischierebbe di
ingabbiarne la portata dei contenuti e delle potenzialità. Non è
male considerare dapprima il Fumetto come un serbatoio pulsante dei
rivolgimenti storico-culturali del secolo appena trascorso, poiché
la sua origine è “bassa” e – come dice Brancato –
“metropolitana”. È un humus su cui bisognerebbe sempre battere
nel tracciare la sua Storia, per riscoprire una parte di noi stessi.
Come nel cinema, infatti, il Fumetto è un medium che ha permesso non
soltanto di far esprimere i nostri pensieri e parole, ma anche i
nostri corpi. È un inalienabile archivio di cosa siamo stati nel
secolo trascorso e prosegue a formulare le sue interazioni in modo
fisico e prepotente. Sui connotati e sui suoi spunti sociologici,
Sergio Brancato si è espresso con dovizia di argomentazioni e anzi
la pubblicazione di un suo libro (eloquente: Sociologia del
fumetto) è di imminente pubblicazione.
Hai altri progetti in corso? Credo
che principalmente proseguirò nel recupero di produzioni a fumetti
“difficili” a causa della loro antichità, e alla loro traduzione
per chiunque volesse proporle ai lettori italiani. Riguardo a ciò,
vi insinuo una piccola pulce nell’orecchio: c’è un certo fumetto
di fantascienza molto antico che potrebbe far gola a molti
appassionati, è mia attuale intenzione provare a lavorare su questo.
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